Il Decreto Semplificazioni e il Codice della Strada
La conversione in legge del Decreto Semplificazioni che ha introdotto delle novità nel Codice della Strada ha registrato reazioni contrastanti, da una parte il plauso del popolo della bicicletta dall'altra le critiche dal mondo delle quattroruote: "norme vessatorie" le definisce una nota rivista del settore automotive. Al di la degli schieramenti, quel che è certo è che le nostre città sono malate di traffico, interminabili file di auto ai semafori, ingorghi, ricerca di un parcheggio che non si trova è la quotidianità per chi sceglie l'auto mentre per ciclisti e pedoni il disagio di destreggiarsi tra le auto che occupano le strade. Nel 1973 André Gorz scrisse un breve saggio, "ideologia sociale dell'automobile", dove diceva che "L’automobile offre l’esempio contraddittorio di un oggetto di lusso, svalutato dalla propria diffusione. [...]
Quando è stata inventata, l’automobile doveva offrire a qualche borghese molto ricco un privilegio del tutto inedito: quello di andare molto più veloce di ogni altro." Queste parole sono del 1973! Oggi dopo quasi cinquant'anni sono più che mai attuali anzi, a ben vedere, la situazione è peggiorata perché le auto, rispetto a quegli anni, si sono moltiplicate a dismisura mentre le vie dei centri cittadini sono rimaste le stesse ma a peggiorare le cose c'è stata l'espansione delle periferie che, il più delle volte, il trasporto pubblico mal le collega con il centro e questa situazione costringe gli abitanti di questi quartieri all'uso del veicolo privato. Qui non si tratta se essere o no ciclisti, pedoni o automobilisti, se non si vuole restare soffocati dal traffico bisogna cambiare paradigma, ripensare il modello di mobilità. Trasporti pubblici, intermodalità, car sharing, biciclette possono diventare la soluzione al problema ma affinché ciò avvenga non ci si può basare solo sull'assunto di alcuni "io nel mio piccolo faccio la mia parte", occorre che si realizzi una rete di strutture (parcheggi di scambio per chi arriva dai paesi limitrofi, piste e corsie ciclabili, zone 30) e si migliori il servizio di trasporto pubblico urbano affinché la scelta di lasciare a casa l'auto diventi possibile. In questo le amministrazioni locali, i sindaci, le giunte, sono le prime ad essere chiamate in causa perché le recenti modifiche al Codice della Strada vanno in questa direzione e dovranno essere loro a doverle attuare.