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Anche Brindisi si avvia ad essere una città ciclabile?

A giugno 2020 due progetti sono stati finanziati a Brindisi, uno dalla Regione Puglia l'altro dal Ministero dei trasporti. Questi diverranno i primi nuclei di quella che, si spera, possa diventare la rete ciclabile urbana; una sarà a nord della città e comprenderà il quartiere Casale e Paradiso, l'altra in pieno centro cittadino.

Perché i primi nuclei? Semplicemente perché le ciclabili isolate hanno poco senso, diventa difficile raggiungerle dai più svariati punti e si rischia di farle diventare cattedrali nel deserto.

 

Attualmente Brindisi possiede già delle piste ciclabili, la più lunga è quella che corre dal comando dei Vigili del Fuoco e costeggiando la SS16 arriva fino alla Strada per Patri, quella più breve e monodirezionale su via Amerigo Vespucci (monodirezionale perché la sua larghezza, secondo il codice della strada non consente il doppio senso di marcia). Come si può facilmente dedurre dalla foto, il loro utilizzo è molto limitato perché appunto isolate e difficilmente raggiungibili in sicurezza.

Realizzare una rete ciclabile prevede un' attenta pianificazione, bisogna individuare i cosiddetti punti attrattori (scuole, uffici pubblici, centri di interesse commerciale ecc.), studiare i flussi di traffico e determinare quanta parte della popolazione possa usufruirne al fine di stabilire le direttrici e il numero di utenti che la utilizzeranno.


Allo stato attuale le ciclabili esistenti e in progetto lasciano tagliati fuori gli abitanti dei quartieri periferici a sud e la frazione di Tuturano per questo motivo sarebbe auspicabile che si ponga subito mano a uno studio in tal senso affinché la rete ciclabile possa estendersi e connettere i più svariati punti della città. Bisogna anche dire, però, che non tutte le strade permettono la realizzazione di una ciclabile in sede propria, in molte città, per esempio Torino e Bologna, si è scelto di creare delle “isole”, che delimitano le zone residenziali, istituendo delle “Zone 30” cioè limitando la velocità dei veicoli motorizzati a 30 Km/h per garantire la sicurezza di pedoni e ciclisti con dei buoni risultati. La soluzione “30” si potrebbe attuare in via Provinciale San Vito (essenziale per connettere il centro con i quartieri a nord) e, in questo caso, si potrebbero valutare le recenti norme introdotte nel codice della strada che contemplano le corsie ciclabili e le strade a priorità ciclabile.

 

Brindisi è una città di piccole/medie dimensioni, in pianura e favorita da un clima che permette di utilizzare la bicicletta tutto l'anno, perché non farla diventare una città amica della bicicletta? Ci si guadagnerebbe in vivibilità, si avrebbe una riduzione del traffico motorizzato, un alleggerimento della pressione sui mezzi di trasporto pubblico inoltre trasformare le strade in luoghi “bike friendly” fa bene anche al piccolo commercio perché chi pedala può utilizzare la bici anche per fare la spesa nei negozi vicino casa.

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