Da Brindisi alla Ciclovia dell'AQP (e ritorno)
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- Pubblicato: Giovedì, 15 Aprile 2021 10:28
Un Percorso ad anello che raggiunge la Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese per terminare a Brindisi. Un'idea per un weekend all'impronta del turismo lento e ... perché no! Visitare Brindisi e il suo centro storico.
Partendo dalla città e percorrendo strade secondarie si va verso San Vito dei Normanni, grosso centro le cui origini risalgono al medioevo come testimonia il suo borgo (fine del X secolo) presumibilmente ad opera di una colonia di Slavoni (emigrati dalla Slavonia, regione orientale della Croazia) scampata alle persecuzioni dei Saraceni, i quali decisero di stanziarsi nei fertili territori di San Vito fondando “Castri Sancti Viti”. Il territorio risulta però abitato fin dall'età del bronzo come attestato dai ritrovamenti di sepolture e di manufatti ceramici, a questo periodo è stato dedicato un parco archeologico dove sono state ricostruite capanne e abitazioni tipiche di quell'età.
Lasciata San Vito si prosegue verso San Michele Salentino, il paese degli "attacchi poetici", qui i muri delle case sono diventate pergamene, che continuamente grattate e riscritte offrono al visitatore poesie e brani sia di poeti e scrittori famosi sia di autori ignoti.
La strada prosegue verso Ceglie Messapica e cominciano ad incontrarsi le prime costruzioni tipiche della Valle d'Itria, i trulli.
Ceglie Messapica è di origine antichissima e deve il suo nome ai messapi, una popolazione di probabile origine illirica che si stanziò in Salento durante l'età del ferro.
Il borgo ha un'impronta medievale ed è dominato dal castello il cui nucleo centrale è del periodo normanno. Considerata la strada fatta, la sosta in una pasticceria è praticamente un obbligo che consente di assumere carboidrati gustando il "biscotto di Ceglie", una squisitezza a base di pasta di mandorle e confettura di ciliegie o uva, con fragranza di limone.
Da Ceglie seguendo stradine secondarie si raggiunge la Pineta Ulmo dove comincia la vera e propria ciclovia che conduce fino a Contrada Figazzano. È questo l'unico tratto finora aperto al pubblico della strada di servizio dell'AQP; è un percorso che permette di ammirare il paesaggio della Valle d'Itria in tutta la sua bellezza, un paesaggio che varia con il mutare delle stagioni e proprio per questo motivo si presta a essere percorso in tutti i periodi dell'anno.
Lasciata la ciclovia a Figazzano in pochi chilometri si arriva a Locorotondo che, come fa intuire il nome, è caratterizzato dalla pianta circolare del borgo antico. Passeggiando tra i vicoli di Locorotondo si sprigiona tutto il fascino di questo borgo sospeso nel tempo che ci seduce con le chiese antiche, gli archetti, con le botteghe artigiane che ci parlano di tradizioni ancora vive che resistono alle tentazioni della modernità.
Da Locorotondo comincia una lunga discesa che porta fino a Fasano per poi proseguire in pianura lungo la Via Traiana, una strada romana del II sec. voluta dall'imperatore come variante della Via Appia che, da Capua, attraversando l'Irpinia raggiungeva Venosa e, da lì, Brindisi. Nel corso dei secoli il tracciato ha subito numerose modificazioni ed oggi il lastricato di epoca romana è visibile soltanto all'interno del parco archeologico di Egnazia.
Ma lungo la Traiana non ci sono solo testimonianze dell'età classica, essendo la zona frequentata sin dal paleolitico lungo il percorso si possono ammirare opere come il Dolmen di Montalbano, risalente al III millennio a.C. e l'insediamento rupestre di Lama d'Antico di età tardo antica/medievale.
Chi volesse, potrebbe fare una deviazione per visitare Ostuni e, seguendo un tracciato quasi parallelo, riprendere il percorso più avanti in prossimità di Torre Guaceto per completare il tour a Brindisi.
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