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160cm Cicloviaggiando con la Sclerosi

Una chiacchierata con Fabio "Wolf" Guglierminotti - di Michele D'Anna

Fabio, "Wolf", l'ho conosciuto in rete, era il periodo del lockdown e insieme ad un altro amico abbiamo fatto una diretta video, un po' per ingannare il tempo ma soprattutto perché abbiamo una passione in comune: la bicicletta.
Wolf è un atleta, un pugile, uno che combatte e che non si tira indietro, è stato agonista per undici anni fino al 2009, poi la sclerosi multipla, allora è sceso dal ring, ha preso la bicicletta e ha cominciato a pedalare raccontando di se nel suo blog, 160cm.it, per chi non cogliesse il significato, 160 cm è l'altezza degli occhi rispetto al suolo quando Fabio e in sella alla sua bici, altezza da cui osserva il mondo.

Michele - Fabio, cosa ti ha spinto dopo aver lasciato il ring ad inforcare la bicicletta?

Wolf - In realtà la bici è una mia passione lontana, fin da bimbo. Salii sulla bici nel 92', utilizzandola per gli spostamenti casa-scuola e per andare in autonomia dagli amici in piazza e da allora non sono più sceso. Nel 94' è nata la passione per i viaggi in bici, feci il mio primo viaggio in bici, allora sedicenne, andai in Costa Azzurra insieme ad un caro amico, Riccardo con cui tuttora sono in ottimi rapporti. Altro viaggio ebbe inizio nell'estate del 2001, feci il giro della Corsica ma questa volta in solitaria. La bici è sempre stata una costante nella mia vita, anche quando gareggiavo di Thai Boxe e Pugilato la utilizzavo per gli spostamenti, casa-lavoro, casa-palestra ecc. quindi è divenuta per me uno stile di vita, ho iniziato ad organizzarmi per fare ogni cosa in bici. Oggi giorno posso dire con certezza che sia un prolungamento delle mie gambe.

M - Una curiosità, il lupo è un animale totemico dal carattere indomito, quando Fabio è diventato Wolf?

W - Wolf è un soprannome che mi è stato attribuito durante il mio percorso di atleta. Negli sport da combattimento, spesso gli atleti, quando iniziano a raggiungere un buon livello hanno un soprannome che li caratterizza, un qualcosa che indichi un modo di gareggiare, una caratteristica del carattere che emerge. Io all'epoca, come oggi, amo muovermi in autonomia, quindi sempre con il mio fedele mezzo, la bici, mi recavo e mi reco ovunque. Pur partecipando a feste e stando in compagnia, ho sempre amato decidere quando arrivare e quando andare via, non mi è mai piaciuto dipendere da altri. In più quando mi allenavo nella respirazione sotto sforzo, quando si tirano i colpi al sacco o ai focus con l'allenatore, emettevo un suono simile ad un "ringhio", da qui la nome di Wolf, datomi dal mio allenatore. Wolf ,me lo sono cucito sulla pelle, rappresenta la mia voglia di non mollare sul Ring, di non fare il passo in dietro, di cercare di dare tutto fino all'ultimo round, fa parte della mia Identità e oggi, faccio il possibile e forse anche qualche cosa in più perché questa identità non venga meno.

M - Ma torniamo alla bici, pianifichi ed organizzi i tuoi viaggi o vai, per così dire, a ruotalibera?

W - Non organizzo e non pianifico nulla. E' capitato che decidessi la meta cinque giorni prima di partire. Di norma ho in mente un luogo da raggiungere e lascio che il viaggio venga da se, giorno dopo giorno, così per dove dormo la sera, verso le 17-18 inizio a pensarci, a volte trovo dei campeggi, altre faccio campeggio libero, mi adatto. Viaggio in completa autonomia, tenda, sacco a pelo, fornelletto, qualche abito invernale e per la pioggia. Per me il viaggio è catartico, mi aiuta a prendere contatto con me stesso, ad ascoltare la mia parte più profonda, quella che magari è stata ferita e pedalare mi aiuta a mettere ordine fra le mie sensazione a fare chiarezza sul percorso che sto facendo e mi aiuta a riflettere e a "vedere" dove io debba andare. Ti faccio un esempio, quest'anno avevo idea di fare il giro della Sicilia, così ho fatto, ma, tornato a Genova, ho deciso di percorrere tutta la Liguria, andare a dormire in un campeggio sul Col di Tenda per poi scollinare, raggiungere Limone Piemonte e dormire li. Fortunatamente avevo con me abiti invernali, in genere porto più del necessario perché … non si sa mai. L'ultima tappa è nata la sera prima. Da Cavour sono andato al Sestriere per poi tornare a Torino passando da Cesana, Oulx, Susa per arrivare a notte fonda a Torino, tutto in una giornata! Ma l'ho deciso la sera prima perché tornare a casa da Pinerolo mi sembrava banale.

M - Tra tutti i tuoi viaggi quale ricordi in modo particolare?

W - I miei viaggi sono avventurosi, tutto può capitare non programmando nulla. Molto spesso, viaggiando in bici in solitaria e carico, attiro la curiosità di chi mi incontra. Spessissimo incontro persone che nel momento del bisogno mi aiutano, io li chiamo “gli aiutanti", come nella struttura delle fiabe di Propp. L'anno scorso, estate 2019, durante il viaggio attraverso i Balcani, da Trieste a Patrasso, mi trovavo in Albania, dopo aver superato il Longara, 23km di salita, sono stato ospitato da una famiglia, apicoltori che avevano la loro attività lungo la strada che stavo percorrendo. Quest'anno in Sicilia, arrivato al Rifugio Sapienza sull'Etna, il proprietario, Domenico Moschetto mi ha accolto offrendomi una stanza per il pernottamento. Poi mi ha raccontato che l'associazione  "il pedale nel cuore", capitanata da Claudio Maria Fusco mi stava seguendo sui social e attendevano il mio arrivo. Questi episodi, oltre ad essere inaspettati mi fanno riscoprire l'umanità nella sua migliore veste.

M - Recentemente 160cm, oltre che un Blog, è diventata un'associazione, a chi si rivolge?

W - l'idea di 160cm è nata nel 2016, davanti ad una birra con un caro amico, Davide Pallavicini. L'idea del nome "160cm" è sua. Io all'epoca sentivo l'esigenza di raccontare cosa si potesse fare nonostante una malattia cronica. Il collegamento sclerosi multipla e carrozzina, che spessissimo fanno i media, la trovo negativa, distruttiva. E' vero la sclerosi può portare a questo ma non necessariamente. Nell'estate del 2018 ho fatto un mese di fisioterapia presso una clinica specializzata "S. Luigi Novarese" a Moncrivello, dove sono stato trattato con le Onde d'urto Radiali, per contrastare la spasticità che mi ha colpito le gambe, tale tecnica è stata oggetto di studio da parte del primario, il neurologo Claudio Solaro e avendo avuto benefici, ho deciso che il blog non dovesse solo servire per raccontare ma che IO potessi divenire parte attiva nella lotta contro la SM. Così nel Luglio del 2020 ho/abbiamo fondato l'Associazione 160cm, che si rivolge verso tutti i malati di SM o e verso chi è colpito da patologie a carico del sistema nervoso centrale. L'Associazione si propone più obiettivi tra i quali:

 - Raccogliere i fondi necessari per comprare e donare il macchinario delle Onde d'urto Radiali e donarlo all'Ospedale Pubblico Molinette di Torino dove io sono in cura, per dare l'opportunità a chiunque sia colpito da spasticità di provare questa terapia che a differenza dei farmaci antispastici, può essere localizzata sui distretti muscolari interessati, con frequenza di sedute variabile in base alla risposta del paziente e non ha controindicazione su altri organi, come il fegato durante l'assunzione ripetuta degli antispastici.

 - Promuovere e supportare uno stile di vita sano, mediante l'attività fisica, giri in bici e AFA, attività fisica adattata, per contrastare il più possibile la degenerazione causata dalla malattia. Se io con spasticità alle gambe, ed una invalidità riconosciuta dall'INPS del 70% riesco a fare km 2000 in una vacanza in bici con oltre 18000 m di dislivello complessivo, senza assistenza e con 48 kg di bici, tra bici, bagagli e tre litri di acqua, TUTTI, possono, attraverso l'attività fisica costante migliorare la propria qualità della vita.

M - Salutiamo Wolf augurandogli buona strada e di continuare ad esplorare il mondo.

W - Ti ringrazio Michele, per darmi l'opportunità di raccontare di questo progetto www.gofundme.com/160cm, Informare e raccontare che ogni malato, nel limite del possibile può avere un ruolo attivo nel decorso della propria patologia è un punto di vista di chi vuole rimanere attivo di chi vuole concentrarsi su ciò che può ancora fare. Il punto di vista a 160cm. Ringrazio i lettori per l'attenzione dedicatami e chiunque avrà la possibilità di fare una donazione al link sopra inserito o darà voce e lo diffonderà. In un futuro, spero prossimo, verrò a trovarti, naturalmente in compagnia della mia bici.

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